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Burkina Faso, la Francia chiude ufficialmente le operazioni militari

La Francia chiude ufficialmente le operazioni militari in Burkina Faso. Ammaina-bandiera a Camp Bila Zagré, dove operavano 400 membri delle forze speciali. Saranno sostituiti dai VDP, non in grado di contrastare ISGS e JNIM

La Francia ha concluso le operazioni militari in Burkina Faso. Lo ha fatto con una cerimonia di ammaina-bandiera il 18 febbraio presso la base delle sue forze speciali presso Camp Bila Zagré a Kamboinsin, alla periferia di Ouagadougou. Lì operavano circa 400 elementi e mezzi. Il governo del Paese africano il 21 gennaio aveva imposto a Parigi di evacuare i suoi militari dalla Nazione entro un mese. La decisione era stata motivata con un generico “è compito del Burkina Faso liberare il suo territorio dal terrorismo”. Ciò, nonostante i militari d’oltralpe stessero ottenendo risultati concreti nelle attività di contrasto ai jihadisti di ISGS e JNIM (al Qaeda). Al loro posto il governo burkinabé ha reclutato circa 50.000 civili, inseriti nella forza Volunteers for the Defense of the Homeland (VDP). Questi, però, hanno scarsa esperienza e dotazioni limitate. Di conseguenza, non sono in grado di proteggere la popolazione e di rappresentare una minaccia per i miliziani pro-ISIS e al-Qaeda, che aumenteranno gli attacchi al fine di rifornirsi di armi e munizioni direttamente dai loro nuovi nemici.

L’allontanamento degli occidentali, ONG comprese, dal Paese africano fa parte di una strategia precisa: incrementare le relazioni con la Russia, tramite il gruppo Wagner. Ma l’agenda dei contractor farà aumentare la minaccia di ISGS e JNIM nel Sahel

La fine della presenza militare francese in Burkina Faso fa parte di una strategia per allontanare dal Paese africano gli attori stranieri “scomodi”, specialmente quelli occidentali, sostituendoli con la Russia. Da oltre un anno, infatti, vengono diffuse campagne d’odio, caratterizzate anche da proteste, per alimentare il sentimento anti-francese e anti-occidentale in generale della popolazione locale. Persino l’ONG Medici Senza Frontiere (MSF), considerata da sempre super partes e apprezzata trasversalmente per le cure gratuite fornite indistintamente a tutti, è stata obbligata nei giorni scorsi a interrompere completamente le operazioni nella Nazione a seguito di un misterioso attacco che ha causato la morte di due suoi operatori. Il piano della Giunta è semplice: avvicinare ulteriormente la nazione alla Russia, sostituendo le truppe francesi con i contractor del gruppo Wagner, esattamente come è accaduto in Mali. Questi, però, hanno una propria agenda, che coincide solo marginalmente con quanto previsto ufficialmente. Di conseguenza, c’è il concreto rischio che in Burkina Faso e in Sahel in generale si registrerà nel prossimo futuro un visibile deterioramento delle condizioni securitarie.

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