Gli esperti di cybersecurity di CERT-AgID rilevano 6 malware: Ursnif, Emotet, AdWind, Quakbot, Mekotio e AgentTesla. Ancora phishing via INPS.
Attenzione, la tecnologia e internet potrebbero uccidervi

Tramite web e con le nuove tecnologie si possono creare certificati di morte e di nascita con tanto di timbri
Su internet ci sono hacker capaci ci far morire o nascere qualcuno. Lo ha ricordato Paola Guidi nel suo blog, La Casa di Paola, sottolineando il pericolo rappresentato dai robot di ultima generazione, dotati di intelligenza artificiale (AI). Nel post, Paola scrive che nel corso del Def-Con – convegno di esperti cyber a Las Vegas – un australiano ha mostrato come sia possibile uccidere una persona usando web e tecnologia. Lo si fa utilizzando timbri, intestazioni, linguaggi e software, che simulano certificati di morte comunali, medici e di avvenuta tumulazione. E’ possibile anche creare il processo inverso. Cioè far nascere persone che in realtà non esistono, munite di una documentazione perfetta a prova di controllo.
Il tema delle manipolazioni cyber e tecnologiche portate all’estremo era stato affrontato al Cinema da The Net già nel 1995
D’altronde il tema delle manipolazioni cyber e della tecnologia portate all’estremo era stato già affrontato al Cinema già nel 1995 col film The Net – Intrappolata nella Rete. La protagonista della pellicola, Angela Bennett (Sandra Bullock) è un’analista programmatrice, esperta nell’individuare virus e provare software in sviluppo. Aiutando un collega a fronteggiare un virus che minaccia l’uscita sul mercato di un software, scopre per caso una rete occulta. Da quel momento la sua vita viene sconvolta. Anzi, cancellata. Le carte di credito sono state bloccate, casa sua è stata messa in vendita e il suo numero di sicurezza sociale è assegnato a un’altra persona. Riesce, infine a recuperare tutto solo dopo mille peripezie.
E’ imperativo adottare una cybersecurity efficace. Ma forse si dovrebbe ripensare alla tendenza ad automatizzare tutto
Quanto accaduto, prima per finzione e poi nella vita reale al Def-Con, conferma che gli attuali livelli di cybersecurity globale non sono adeguati alle minacce. Di conseguenza, non solo vanno aggiornati ma anche ripensati. Ciò alla luce del fatto che ormai la quasi totalità della nostra esistenza è legata a internet e alla tecnologia. Non serve nemmeno portare ai livelli più estremi i rischi. Cosa succederebbe se qualcuno inserisse il nostro nome in un elenco di criminali o ricercati? E’ già accaduto per errore e le conseguenze sono state tragiche. Basta leggere la cronaca aeroportuale degli uiltimi anni. Peraltro, come si è sperimentato, a ogni evoluzione delle difese e della tecnologia corrisponde sempre un nuovo tipo di attacco. Forse perciò sarebbe il caso di valutare più attentamente la tendenza ad automatizzare tutto. Meglio qualche comodità in meno e fatica in più, che trovarsi improvvisamente davanti a una montagna invalicabile.
Il post di Paola Guidi sui rischi crescenti per la vita di tutti noi, derivati da cyberspazio e AI