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Africa, gli Usa in Mozambico adottano il modello Somalia

Ahlu al-Sunna Wal Jamaa (al-Shabaab), affiliato allo Stato Islamico (ISCAP), ha almeno 800 uomini in Mozambico ed è in espansione
Sono almeno 800 i membri di Ahlu al-Sunna Wal Jamaa (al-Shabaab), affiliato allo Stato Islamico (ISCAP), in Mozambico anche se qualcuno ritiene siano oltre un migliaio. Questi hanno un doppio vantaggio rispetto alle forze armate di Maputo (FADM): da una parte possono contare su una rete logistica e di supporto con la Tanzania via terra, nonché con altri paesi della regione africana via mare (grazie al fatto che i jihadisti pro-IS ancora controllano il porto di Mocimboa da Praia). Dall’altra, hanno parte della popolazione al loro fianco. Ciò, in quanto nella nazione (e nell’intero continente) hanno adottato un approccio comunicativo nuovo verso i civili, rispetto al Medio Oriente. Non c’è più l’imposizione della loro presenza con l’arma del terrore. Si è scelta la via della “mafia”. E cioè il gruppo si è posto come “sostituto dello stato”, a difesa della gente, contro il governo corrotto.
Gli Stati Uniti sono dovuti intervenire urgentemente “boots on the ground” in Mozambico per fermare ISCAP, sviluppando un modello “Somalia” con addestramento e raid in autonomia
Maputo in un primo momento ha provato ad agire in autonomia, dietro la convinzione di riuscire a eliminare la minaccia jihadista. Poi, però, la situazione nel paese africano ha cominciato a degenerare rapidamente e di conseguenza, il governo del Mozambico ha giocato la carta dei contractors. Questi, però, non hanno spostato più di tanto l’asticella. Tanto che sono dovuti intervenire urgentemente gli Stati Uniti, designando il gruppo pro-Stato Islamico come organizzazione terroristica e dando subito il via a una missione di addestramento delle FADM con le forze speciali (JCET). Con questa doppia iniziativa, Washington punta a replicare nella nazione il modello “Somalia”. Da una parte formando le forze locali e fornendo loro supporto in tutte le fasi delle operazioni contro i terroristi ISCAP. Dall’altra, aprendo la porta a raid in autonomia, grazie alla legge anti-terrorismo post 11 settembre.
IS cerca di creare in Africa il Califfato che non è riuscito a costruire in Medio Oriente. I protagonisti sono ISGS, ISWAP e ISCAP
E’ certo, infatti, che lo Stato Islamico stia cercando di creare in Africa il famoso “Califfato” che non è riuscito a costruire in Medio Oriente. Le entità pro-IS coinvolte sono tre: ISGS nel Sahel, ISWAP in Africa Occidentale e ISCAP in quella centrale. I tre maxi gruppi stanno consolidando i territori conquistati e cominciano, seppure lentamente, a convergere per creare un’unica Wilayat (provincia). Peraltro, le tre formazioni hanno già legami consolidati tra loro e con gli al-Shabaab originali della Somalia. Inoltre, i vertici IS, notando i loro successi, hanno cominciato a interessarsi a loro in maniera concreta, inviando fondi, istruttori e armi/equipaggiamenti. Non a caso, gli Usa hanno inserito sia i jihadisti del Mozambico sia quelli nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) nella black list. Gli altri più a “nord” già erano già stati “designati” negli anni passati.
Per gli USA, operare in RDC al momento è impossibile. Di conseguenza, l’asse con Maputo diventa strategico
Gli Stati Uniti, però, almeno per il momento devono puntare sul Mozambico per fermare l’espansione dello Stato Islamico in Africa. Nella Repubblica Democratica del Congo, grazie alla designazione di ISIS-RDC come gruppo terroristico, possono essere effettuati raid spot ma, nonostante recentemente i rapporti bilaterali si stiano “riscaldando”, è ancora impossibile ipotizzare una presenza militare fissa sul terreno. Nell’altra nazione, invece, questa è appena stata stabilita e probabilmente verrà espansa nei prossimi mesi. Peraltro, un aiuto contro ISCAP potrebbe venire dalla neo presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, che si ritiene abbia posizioni più pragmatiche rispetto al suo predecessore, John Magufuli. Il capo dello stato, infatti, potrebbe autorizzare (ufficialmente o non) i militari o agli assetti USA a operare all’interno del territorio nazionale contro i terroristi. Proprio come avviene con il Kenya e l’Etiopia in relazione alla Somalia.