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Africa, il G5 Sahel avvia la prima fase del Programma Investimenti Prioritari (PIP)

Il G5 Sahel avvia la prima fase del PIP per incrementare subito la Strategia di sviluppo e sicurezza (SDS) nella regione
Il G5 Sahel ha presentato un Programma di Investimenti Prioritari (PIP) per incrementare la sua Strategia di sviluppo e sicurezza (SDS) nella regione. Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger hanno redatto un documento strutturato su 4 aree strategiche di intervento. Difesa e sicurezza, governance, resilienza e sviluppo umano, infrastrutture. A questo proposito, il PIP sarà diviso anche in varie fasi, di cui la prima 2018-2020 è legata esclusivamente a progetti a breve termine. Ciò affinché le popolazioni coinvolte possano da subito avere alternative al sostegno di criminalità e terrorismo. L’estrema povertà e la mancanza di opportunità, infatti, sono tra le cause principali per cui in molti decidono di arruolarsi in formazioni jihadiste o di entrare nei grandi conglomerati criminali, che operano lungo i confini dei 5 paesi.
Come funziona la prima fase del PIP di Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger
La prima fase del PIP del G5 Sahel prevede in tutto 60 progetti nelle 4 aree d’intervento, finanziati complessivamente con 6,247 miliardi di euro. Di questi quasi 2 miliardi sono già a disposizione, mentre gli altri dovranno arrivare prossimamente anche grazie ai numerosi impegni assunti dalla comunità internazionale.
I progetti prioritari sull’asse Difesa e Sicurezza
Sul primo asse, Difesa e Sicurezza, il G5 Sahel ha previsto 6 aree nel PIP. Il primo è supporto alla costituzione del Centro Saheliano per l’Analisi delle Minacce e l’Allerta Precoce (CSAMAP). Il secondo è implementazione del capacity building nello sminamento umanitario. Il terzo è il rafforzamento del progetto di sicurezza pubblica e civile. Il quinto è la creazione di un’Accademia di polizia regionale e il sesto, infine, di un Defense College del G5.
Le azioni nel PIP sulla Governance sono rivolte soprattutto ai giovani
Sull’asse governance Il PIP prevede quattro temi chiave. La promozione e la Protezione dei Diritti Umani (PIPPDP) nei paesi del G5 Sahel; il peacebuilding e la prevenzione dei conflitti, il supporto all’empowerment giovanile nelle aree colpite dai conflitti e in relazione alle migrazioni; progetti di iniziative integrate per i ragazzi e, infine, l’implementazione della G5 Sahel Integrated Youth Strategy. Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger hanno deciso di puntare soprattutto sui giovani, in quanto sono loro i più permeabili alla propaganda e ai miraggi offerti dalla criminalità transnazionale e dal terrorismo.
Resilienza, sviluppo umano e infrastrutture. Il G5 Sahel investe a 360 gradi: dalla Trans-saheliana alle TLC
Sulla resilienza e sviluppo umano ci sono 4 aree: rafforzare i giovani contadini nel Sahel grazie a un’agricoltura sostenibile anche in relazione al clima; aiutare le popolazioni mobili e le comunità vulnerabili dei paesi del G5 Sahel; fornire risposte educative ai bambini che si trovano fuori dai sistemi scolastici nella regione e, infine, sostenere lo sviluppo della pastorizia resiliente in Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger, Ciad e mauritania. Quarto e ultimo asse del PIP è quello delle infrastrutture. In questo contesto il progetto più ambizioso è quello ferroviario del G5 Sahel (La Trans-saheliana). In questa fase verrà effettuato uno studio di fattibilità sull’iniziativa. Poi si lavorerà per rafforzare le infrastrutture stradali transfrontaliere tra i 5 paesi dell’area, nonché quelle idriche ed elettriche sia nelle aree rurali sia in quelle di confine. Infine, verranno sviluppate le TLC ad ampio raggio: GSM, Internet e radio-televisive.