L’esca è la mancata consegna per l’assenza del destinatario. L’obiettivo resta rubare i dati personali e della carta, nonché far abbonare la vittima a un servizio a pagamento.
Africa, ad Abuja si discute come combattere Daesh, Boko Haram e al-Shabaab

Al sesto summit delle Africa Land Forces in Nigeria è protagonista la lotta a Boko Haram, allo Stato Islamico e ad al-Shabaab
Boko Haram in Nigeria e in Camerun, lo Stato Islamico nel Sahel e al-Shabaab in Somalia. Sono questi i temi principali del sesto summit delle Africa Land Forces, in corso ad Abuja. Lo riporta Islam Media Analysis, citando RFI. L’evento, organizzato dal Comando militare Usa per l’Africa (AFRICOM) e dai militari nigeriani si tiene dal 16 al 19 aprile e vede riuniti i capi di stato maggiore della Difesa del continente. Obiettivo dell’iniziativa è supportare le forze di sicurezza africane nella lotta contro l’insurgency islamica. Questa è nata durante la presidenza di Barack Obama nel 2010 ed è proseguita con l’amministrazione di Donald Trump. Tanto che gli Stati Uniti hanno continuato ad aumentare la loro presenza militare nell’area.
Presenti all’evento i vertici militari della maggior parte dei paesi africani. Si punta a ottenere maggior sostegno contro i jihadisti. Da Isis (ISGS) ad AQIM
Alla conferenza in Nigeria contro Boko Haram, Daesh e al-Shabaab sono intervenuti i vertici militari della maggior parte delle nazioni africane. Dall’Angola al Camerun, passando per l’Egitto, il Kenya e il Ruanda. Tutti cercano le strade migliori per ottenere il supporto degli Usa e in particolare di AFRICOM, che ha la responsabilità per il continente. Ciò, nonostante molte nazioni della regione siano diffidenti verso un coinvolgimento americano nei loro affari. Segno che la minaccia dei terroristi nell’area è diventata più pressante di tutto il resto e che l’instabilità non conviene a nessuno. I pericoli, infatti, vengono non solo da Isis (ISGS) e dalle altre due formazioni. Ci sono gruppi come al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) e altri che stanno emergendo. E se non saranno fermati in tempo, rischiano di buttare altra benzina sul fuoco.
Per gli Usa l’evento è una buona occasione per aumentare la loro influenza nella regione e controllare “da vicino” alcuni fattori di instabilità nascenti
Per quanto riguarda gli Usa non è un mistero che siano intenzionati ad aumentare la loro influenza in Africa. Sia nel Sahel sia in altre aree. Tanto che l’anno scorso Washington ha firmato un accordo con il Ciad, in base a cui le truppe di AFRICOM sono autorizzate a usare la forza diretta contro formazioni jihadiste. Ci sono anche altre intese militari bilaterali in essere, come quelle la Somalia e il Niger. Questa’ultima è divenuta nota dopo che 4 soldati americani e numerosi locali furono uccisi in un’imboscata di un gruppo di terroristi, legati al Daesh. Inoltre, ci sono fattori di instabilità nascenti che preoccupano gli Stati Uniti. Tra cui l’affaire Libia con il mistero sulle condizioni di salute del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica a capo dell’operazione Dignity. La sua morte potrebbe portare a scontri interni e al caos nel paese e in tutta l’area.
La notizia di Islam media Analysis sul sesto summit delle Africa Land Forces