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Afghanistan, Usa confermano uccisione 3 leader al Qaeda nell’Est

Quasi azzerata la leadership del gruppo nella regione. La morte dei 3 rappresenta un duro colpo anche per i talebani, che perdono un alleato prezioso.
Nuovi schiaffo per al Qaeda in Afghanistan. Gli Stati Uniti hanno confermato l’uccisione di Faruq al Qahtani, leader della formazione per l’Est del paese e vice emiro. Il jihadista è morto a Kunar il 23 ottobre, insieme a due luogotenenti. Uno era il suo vice e l’altro un esperto di esplosivi. Si chiamavano rispettivamente Bilal al Utabyi e Wahid al-Junabi. Ad annunciare la notizia il portavoce del Pentagono, Peter Cook. Il funzionario ha aggiunto che “erano coinvolti direttamente nella pianificazione ed esecuzione di attacchi terroristici all’interno e all’esterno dell’Afghanistan. La morte dei tre leader – ha proseguito Cook – riduce significativamente la capacità di minacciare gli Usa, i loro interessi e gli alleati. L’attacco – ha concluso -, è un’ulteriore dimostrazione del fatto che chiunque cerchi di minacciarci non è al di fuori dalla nostra portata”.
La stessa al Qaeda aveva confermato il “martirio” di Qahtani
Come riporta il sito Long War Journal, alla fine di ottobre gli Usa annunciarono di aver condotto in Afghanistan orientale un raid per colpire Qahtani e Utabyi. Junabi, invece, non fu nominato. La morte del primo fu poi confermata il 4 novembre dal dipartimento della Difesa, mentre quella del secondo solo il 19 dicembre. Anche Al Qaeda ha confermato il “martirio” di Qahtani con una nota in cui lo definiva il “leader di una brigata militare che operava nelle province di Nuristan e Kunar”. Inoltre, si dipingeva il terrorista come un “esempio per gli altri mujahidin, sia in combattimento sia per la pazienza e la costanza”. Infine, la nota ricorda che Qahtani e il suo gruppo “hanno combattuto al vbianco dei talebani per anni”.
I talebani rimangono soli a Est nella lotta contro Isis
La morte di Qahtani e dei suoi due luogotenenti rappresenta un duro colpo anche per i talebani. Questi, infatti, hanno perso un alleato prezioso in una zona come Kunar su cui ormai non hanno più il controllo totale. L’arrivo in Afghanistan di Isis, che si è radicato soprattutto a Est, ha scatenato nell’area lotte di potere con l’Emirato Islamico. Queste avvengono regolarmente e non sempre i talebani risultano i vincitori. Inoltre, non è detto che i nuovi vertici locali di al Qaeda siano disposti ad allearsi con loro. Soprattutto dopo che i vertici del network creato da Osama bin Laden sono i primi a essere sotto pressione dagli Usa. Washington a proposito ha annunciato recentemente di aver eliminato oltre 50 capi della formazione e 200 operativi nel 2016.
Usa portano a 300 i leader di al Qaeda che vivono in Afghanistan. In corso operazioni per eliminarli
Questo, in quanto fino allo scorso aprile gli Usa ritenevano che solo tra 50 e 100 leader di al Qaeda vivessero in Afghanistan. Dopo i raid su due basi della formazione a Kandahar, in cui sono morti più di 150 jihadisti, però l’opinione è cambiata. I numeri, di conseguenza, sono stati rivisti al rialzo, portando i leader di base nel paese asiatico fino a 300. A seguito di ciò, sono state incrementate le campagne per neutralizzarli. Aeree e sul terreno. Su questo fronte, le forze di sicurezza afghane stanno conducendo a Kunar e Nangarhar l’operazione “Tofan 55”. Ciò nell’ambito della prima offensiva d’inverno (nome in codice Shafaq 2) di Kabul contro talebani e jihadisti in generale. Le manovre, per quanto riguarda la prima provincia, si tengono soprattutto nel distretto di Wata Poor. In relazione alla seconda, a Pacheragam.