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Afghanistan, sono stati i talebani a uccidere l’ambasciatore UAE

L’ambasciatore degli UAE in Afghanistan è stato ferito il 10 gennaio ed è morto un mese dopo

Sono stati i talebani a volere la morte dell’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti (UAE) in Afghanistan. Lo ha scoperto l’intelligence di Kabul, l’NDS, nonostante l’Emirato Islamico abbia sempre smentito e puntato il dito su rivalità interne tra gruppi dell’area. Il capo della diplomazia degli UAE nel paese asiatico, Juma Mohammed Abdullah al-Kaabi, era stato ferito il 10 gennaio a seguito dell’esplosione di una bomba presso la guesthouse del governatore di Kandahar. Il mese successivo era deceduto per le lesioni riportate. Oltre a lui hanno perso la vita altri 5 diplomatici emiratini e sei afghani. Tra loro il vice governatore della provincia, due alti ufficiali e altrettanti parlamentari. I feriti, invece, erano stati 17 tra cui lo stesso governatore.

3 team hanno indagato sull’evento: NDS, intelligence degli Emirati ed FBI

Le indagini sull’attentato sono state multiple: sono entrate in campo, infatti, l’NDS afghana, l’intelligence degli UAE e il Federal Bureau of Investigation (FBI) Usa. I tre team hanno condotto inchieste separate, ma che sono giunte a conclusioni molto simili. Soprattutto sul tipo di esplosivi utilizzati dai talebani; sul metodo di attacco e su altre circostanze legate all’evento. Lo ha annunciato il capo dell’NDS, Masoom Stanikzai, presentando quanto emerso e accusando senza mezzi termini lo Stato Islamico di essere dietro alla vicenda.

NDS: L’attacco è stato deciso, pianificato e coordinato dalla Shura dei talebani a Quetta in Pakistan

Stanikzai ha spiegato che l’omicidio dell’ambasciatore e l’attentato sono stati ordinati dalla Shura di Quetta (Pakistan) dei talebani. Questi hanno anche pianificato e coordinato l’esecuzione dell’attacco alla guesthouse. Il responsabile “fisico” dell’azione è stato il responsabile della struttura, reclutato per l’occasione dall’Emirato Islamico. In cambio della sua complicità gli sono stati promessi 30.000 dollari e un appartamento in Pakistan. Inoltre, nell’azione sono stati impiegati due esplosivi, l’RDX e il TNT (tritolo), attivati con un congegno a distanza. Perciò, è impossibile negare che il bersaglio non fosse solo il governatore afghano e che l’ambasciatore degli UAE si fosse trovato lì per caso. Entrambi erano l’obiettivo dei jihadisti. Sulla motivazione, infine, si pensa che i vertici talebani siano stati infastiditi dal lavoro umanitario e sul versante dell’educazione degli Emirati. E che perciò abbiano voluto dare un segnale chiaro ad Abu Dhabi.

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