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Afghanistan, si riaccende la speranza per la popolazione in fuga dai talebani
Si riaccendono le speranze per la popolazione afghana in fuga dai talebani. Sembra che siano cominciati a riprendere i voli commerciali per Kabul
La popolazione afghana, in fuga dai talebani ma ancora bloccata nel paese, ha nuovamente la speranza di poterlo lasciare in sicurezza. Sembra, infatti, che siano ripresi i voli civili dall’india, dalla Turchia e dall’Uzbekistan. International Radar ha, infatti, riportato che il 30 settembre sono atterrati all’aeroporto di Kabul tre velivoli, uno per ogni nazione. Non è chiaro se si tratti di voli spot o se effettivamente cominci a ripartire il traffico commerciale presso lo scalo, attualmente operato solo dal Qatar con alcuni charter e da velivoli iraniani e pachistani. Di certo c’è che l’Emirato Islamico nei giorni scorsi aveva inviato una lettera a New Delhi per chiedere di riattivare la tratta verso l’Afghanistan, in cui si sottolineava che l’emirato arabo aveva riattivato le strutture e che queste sono oggi pienamente operative. Inoltre, il ministero degli Esteri locale aveva invitato l’intera comunità internazionale a fare altrettanto.
Per evacuare i civili si potrebbe adottare il piano italiano dell’Operazione Aquila 2. A patto, però, che l’Emirato Islamico accetti e permetta alle persone di imbarcarsi sui voli
Se la notizia della ripresa dei voli commerciali da India, Turchia e Uzbekistan verso Kabul fosse confermata, si aprirebbero nuove opportunità per gli afghani che vogliono fuggire dal regime talebano. Sia per coloro che si muovono in autonomia sia per coloro che fanno affidamento su alcuni Paesi occidentali per essere “salvati”. In questo contesto, si potrebbe adottare il modello italiano stabilito per quella che doveva essere la seconda fase dell’Operazione Aquila, prima che fosse trasformata d’urgenza nell’Operazione Aquila Omnia dal JHC del COVI. E cioè fare in modo che le persone selezionate possano imbarcarsi sui voli civili, da cui dirottarli successivamente verso il nostro paese e, infine, accoglierli e sistemarli una volta giunti in Italia. L’unico ostacolo è rappresentato dall’Emirato Islamico. I fondamentalisti dovranno, infatti, permettere a chi è sulla “lista” di salire sugli aerei, passaggio purtroppo non scontato oggi.