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Afghanistan, i talebani all’attacco di Isis a Kunar grazie alla popolazione

La guerra in Afghanistan tra talebani e Isis ha oggi il suo epicentro a Kunar e in particolare nel distretto di Chapa Dara. L’Emirato Islamico, però, ha il supporto della popolazione. Daesh, invece, è odiato

La guerra in Afghanistan tra talebani e Isis-Khorasan (Isis-K) ha trovato al momento il suo epicentro a Kunar. In particolare nel distretto di Chapa Dara. L’Emirato Islamico per il momento sembra prevalere sul Daesh, che sta riportando ingenti perdite nella provincia orientale. Ciò è dovuto soprattutto al sostegno della popolazione verso i mujaheddin. Gli abitanti nei villaggi più volte hanno segnalato ai miliziani dove si nascondessero i membri dello Stato Islamico, permettendo attacchi a sorpresa con decine di morti. I “nuovi” jihadisti sono infatti osteggiati per la loro caratteristica di imporsi agli abitanti locali con il terrore. Strategia che si sta rivelando fallimentare, in quanto ha prodotto solo odio rafforzando il nemico. Questo sta approfittando del momentum per ripulire dalla minaccia area per area. Ha cominciato prima a Jowzjan per poi spostarsi a Kunar, con l’obiettivo finale di arrivare a Nangarhar.

Tutta la strategia dello Stato Islamico in Afghanistan si sta rivelando fallimentare. Da quella degli attentati indiscriminati fino all’importazione di comandanti stranieri

Peraltro, è fallimentare per Isis anche la lunga scia di attentati sanguinari in Afghanistan, di cui quello a Kabul è solo l’ultimo. L’azione, oltre a suscitare la condanna di tutti – compresi gli esponenti più estremi nel paese asiatico, tra cui il signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar – ha fatto sì che si attivasse la macchina delle forze di sicurezza (ANDSF) con l’ordine di “picchiare duro”. Di conseguenza, se queste dovranno scegliere su chi puntare tra Emirato Islamico e Daesh, sicuramente opteranno per quest’ultimo. Secondo le intelligence l’errore strategico dei jihadisti è dovuto al fatto che sono guidati presumibilmente da combattenti stranieri, veterani di altri conflitti come l’Iraq e la Siria, dove le “regole d’ingaggio” per dominare i territori e i popoli sono diverse. L’importazione di leadership, se all’inizio ha dato frutti avvantaggiando i reclutamenti e spiazzando i vari nemici, alla lunga rischia di essere fatale per la formazione.

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