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Afghanistan, confermata l’uccisione del leader di Isis Khorasan

Usa e Kabul confermano la morte di Abdul Hasib
Il leader Isis in Afghanistan, Abdul Hasib, è morto. Lo ha confermato il generale John Nicholson, a capo delle forze militari Usa nel paese asiatico. L’alto ufficiale, peraltro, ha ricordato che è il secondo del Daesh eliminato negli ultimi nove mesi. Hasib è stato ucciso in un raid delle forze speciali il 27 aprile in un complesso a Nargarhar. Insieme a lui hanno perso la vita diversi comandanti e jihadisti dello Stato Islamico. L’intelligence ritiene che l’uomo fosse responsabile dell’attacco all’ospedale militare Sardar Mohammad Daud Khan a Kabul dello scorso marzo, che ha causato oltre 100 feriti. Prima di Nicholson l’ufficio del presidente afghano ha annunciato la stessa notizia, spiegando che il ritardo nelle comunicazioni è stato dovuto alla necessità di confermare l’identità del capo di Isis-Khorasan.
Distrutta ad Achin un’altra stazione radio per la propaganda Isis
Nelle scorse ore è stata anche distrutta una stazione radio Isis, che diffondeva propaganda a Nargarhar. La struttura, colpita da raid aerei afghani, era sita nel distretto di Achin e nell’operazione sono stati uccisi anche 34 miliziani del Daesh. Lo ha confermato il ministero dell’Interno di Kabul, specificando che l’emittente trasmetteva illegalmente su tutto il territorio della provincia. Inoltre, diffondeva i messaggi estremisti dello Stato Islamico e minacce alla popolazione, nonché a militari e funzionari governativi dell’area. Peraltro, questa non è l’unica stazione radio dei jihadisti distrutta nella zona. Un’altra fu neutralizzata a metà dello scorso luglio. Una terza, chiamata “Voce del Califfato”, a settembre. Passava messaggi di propaganda di notte, con cadenza irregolare (per evitare di essere tracciati), da un’area remota vicino al confine con il Pakistan.
L’“arma” di propaganda Isis via etere sono le RIAB
I miliziani Isis erano dotati di quello che in gergo si chiama un complesso di “Radio in a box” (RIAB). Fondamentalmente composto da un trasmettitore collegato a un lettore multimediale o a un computer portatile, in cui vengono caricati i messaggi. La RIAB è alimentata da una batteria o da un piccolo gruppo elettrogeno e trasmette grazie a un’antenna dipolo, che permette una diffusione del segnale omnidirezionale. La portata, però, è limitata: sia dal trasmettitore sia dalla lunghezza dell’antenna. Da qui i jihadisti del Daesh dovevano muoversi continuamente per diffondere i messaggi. Proprio questo obbligo ha reso difficile l’individuazione dell’apparecchiatura, che infine è stata distrutta mentre era nascosta all’interno di una cantina in un edificio ad Achin.