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Ad Haiti è in corso una vera guerriglia, soprattutto a Port-au-Prince

Ad Haiti è in corso una vera e propria guerriglia, con violenze diffuse soprattutto a Port-au-Prince. L’ambasciata Usa chiede più Marines per rinforzare la sicurezza, mentre le ONG invocano aiuto e chiedono a tutti di riportare la calma

Ad Haiti è in corso una vera e propria guerriglia, con violenze diffuse soprattutto a Port-au-Prince. Tanto che, come riporta la CNN, l’ambasciata Usa ha chiesto che vengano inviati al più presto altri Marines per rinforzare la sua sicurezza. Inoltre, le organizzazioni per i diritto umani chiedono aiuto e invitano tutti alla calma. CARDH, RNDDH, EC-JILAP, ECHR, CRESFED, POHDH e SKL hanno diffuso un comunicato stampa, denunciando il ciclo di violenza registrato nel paese negli ultimi giorni e invitando la società del paese caraibico a fare tutto il possibile per ristabilire l’ordine e la pace. Le ONG riferiscono nella nota che la miccia è stata accesa il 4 luglio con un intervento della polizia a Pèlerin 5, giudicato brutale. Gli agenti avrebbero cacciato gli abitanti dalle loro case, colpendo alcuni di loro e stabilendo un clima di terrore a Thomassin, Laboule, Fermathe e Kenscoff.

Le micce che hanno acceso la scintilla della violenza a Port-au-Prince sono state un intervento brutale della polizia a Pèlerin 5 e l’aumento dei prezzi dei carburanti

La polizia di Haiti è intervenuta a Port-au-Prince su ordine del commissario governativo a seguito di presunte manifestazioni illegali. Questo ha decretato che gli agenti avrebbero dovuto prendere tutte le misure ritenute utili e necessarie per sgombrare gli occupanti illegali. In realtà, alcuni manifestanti vivevano in case vicine a quella del presidente del paese caraibico. Di conseguenza, sono state considerate “una minaccia per la sicurezza nazionale” e soprattutto per il capo dello stato e della sua famiglia. Nell’operazione, però, sono stati sgombrati con la violenza anche numerosi civili che non avevano nulla a che fare con le proteste, ma che vivevano nella zona. Dopo l’evento, numerose persone sono scese in strada e si sono scontrate con gli agenti. La violenza, poi, si è estesa al resto della capitale. Complice anche l’aumento dei prezzi dei carburanti. E a nulla è servita la sospensione temporanea dei rialzi per riportare la calma.

Tutte le ambasciate, tra cui quella italiana, invitano i connazionali a non recarsi ad Haiti. E se già vi si trovano, di rimanere al sicuro a casa

Al momento la situazione a Port-au-Prince è definita “fluida” e in costante evoluzione. Nelle scorse ore ci sono stati numerosi saccheggi di negozi, supermercati e hotel, nonché violenze diffuse mentre sono proseguite manifestazioni contro il governo di Haiti. Ci sono stati attacchi anche alle sedi delle compagnie telefoniche e le ambasciate internazionali sono preoccupate per l’incolumità dei loro connazionali. Il dipartimento di Stato Usa ha rilasciato un warning di livello 4, che esorta i cittadini americani a non recarsi nel paese caraibico. Stesso avviso anche per molti altri paesi, tra cui l’Italia. L’Unità di Crisi della Farnesina sconsiglia viaggi ad Haiti. E “a chi già si trova nel Paese si raccomanda cautela e  di rimanere in casa, limitandosi agli spostamenti assolutamente necessari; evitare le dimostrazioni e tutti gli assembramenti, nonché monitorare la situazione sui media locali”.

L’aggiornamento dell’Unità di crisi della Farnesina sulla situazione nel paese caraibico e sui rischi per gli italiani

L’articolo della CNN sulla richiesta dell’ambasciata Usa di ricevere al più presto altri Marines

 

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