Gli esperti di cybersecurity di CERT-AgID rilevano 6 malware: Ursnif, Emotet, AdWind, Quakbot, Mekotio e AgentTesla. Ancora phishing via INPS.
Abu Bakr al Baghdadi è ancora a capo di Isis?

Crescono i dubbi sul fatto che al-Baghdadi sia ancora il Califfo di Isis
Abu Bakr al Baghdadi è ancora a capo di Isis? La domanda comincia a circolare sempre più insistentemente in Iraq e in Siria. Del Califfo non si hanno tracce ormai da tempo. Tranne un presunto avvistamento recente al confine tra i due paesi. Però, a Mosul e nelle altre zone del paese ancora nelle mani del Daesh circolano ordini emessi in suo nome. Questi, inoltre, a volte contrastano tra loro. Come quando la settimana scorsa è stato diffuso un proclama in cui si diceva di abbandonare la città. Peccato che circa un paio di giorni dopo ne è giunta notizia di un altro. Quasi completamente diverso: il Califfo incitava a resistere e affidava il comando della difesa di Mosul ai combattenti stranieri, non fidandosi più di quelli locali. Ciò dopo le ripetuti sconfitte e le fughe di massa dai campi di battaglia delle ultime settimane.
Le ipotesi sulla situazione della leadership Isis sono 3
Questa situazione, che ha causato ai miliziani Isis ancora più stress e confusione, si presta a diverse letture. Quella più semplice è che al-Baghdadi invii messaggi ai suoi jihadisti tramite i comandanti Daesh con cui è in costante contatto. L’ipotesi, però, è considerata poco probabile dalle intelligence. È troppo alto, infatti, il rischio che un emissario sia intercettato e che, di conseguenza, questo porti le forze multinazionali a scoprire i nascondiglio del Califfo. Come avvenuto con Osama bin Laden. D’altronde, comunicare in modo diverso da quello verbale è impossibile. Il capo dello Stato Islamico sa bene che tutti i tipi di comunicazioni possono essere intercettate.
Al-Baghdadi potrebbe essere stato destituito, ma si sarebbe saputo subito
Ci sono anche ipotesi alternative, che cominciano a circolare nei ranghi Isis e non solo. In particolare sono due. La prima prevede che al-Baghdadi, come minacciato da alcuni gruppi separatisti all’interno di Daesh, sia stato destituito dalla leadership della formazione. E che al suo posto sia stato nominato un altro. Un’eventualità del genere, però, non sarebbe passata inosservata agli 007. Sia in quanto lo Stato Islamico l’avrebbe pubblicizzata su tutti i suoi canali di propaganda sia perché comunque si sarebbe potuta rilevare facilmente nel momento in cui il nuovo Califfo avesse diramato i suoi ordini ai miliziani. Perciò, seppure è impossibile escluderla, appare poco probabile. Soprattutto perché in questo momento i miliziani hanno bisogno di “vedere” sul campo una guida reale e carismatica. Nasconderla, perciò, sarebbe un suicidio.
In molti ritengono che diversi gruppi si stiano scontrando per ottenere la leadership Isis, lo confermerebbero gli ultimi eventi
L’ultima ipotesi, quella più accreditata, è che all’interno di Isis sia in corso una guerra interna tra fazioni per il controllo del gruppo. Diversi leader di medio e alto livello si starebbero confrontando tra loro per stabilire chi è il più forte. Non ci sono conferme ufficiali in tal senso, ma alcuni elementi fanno pensare che la strada sia quella giusta. A partire dalle comunicazioni discordanti, fatte circolare da entità diverse, ognuna delle quali con scopi ben precisi. accrescere il suo peso, minando quello dei rivali. Inoltre, nell’offensiva in corso a Mosul, si registrano approcci di difesa di diverso tipo. Questi fanno pensare che la città sia stata divisa in zone, ognuna delle quali guidata da una fazione, che ha le proprie “regole d’ingaggio”. Tutte le eventualità possibili, comunque, hanno in comune un elemento: la sparizione di al-Baghdadi e la sua molto probabile fuga nel deserto iracheno. Resta da vedere se verso la Siria o la Turchia, a nord.