skip to Main Content

Usa, Mattis avvia revisione area informatica: focus sul Cyber Command

Mattis chiede fatti entro il 27 febbraio

Gli Stati Uniti hanno cominciato a rivedere la strategia sulla cyber security. Il segretario alla Difesa, James Mattis, ha scritto un appunto al suo vice, Bob Work, relativo allo sviluppo di un piano per una migliore struttura organizzativa e di processi che supporti la gestione delle informazioni e le operazioni cyber. A proposito, l’ex generale dei Marines chiede che questo sia velocizzato. Tenendo però in considerazione l’impatto delle previsioni del National Defence Authorization Act for Fiscal Year 2017 (NDAA). In particolare quelle riguardanti la ristrutturazione del Cyber Command (US CYBERCOM) e altre leggi in merito. L’NDAA esorta a elevarlo a comando di combattimento unificato. Ipotesi caldeggiata da un nutrito gruppo bipartisan di senatori. A riguardo Mattis ha dato tempo a Work fino al 27 febbraio per studiare le azioni iniziali e riferirgli.

L’ipotesi di elevare il Cyber Command a comando di combattimento unificato c’è da tempo

Gli Usa stanno valutando da tempo se elevare il Cyber Command a comando di combattimento unificato, una delle dieci strutture militari che possono effettuare missioni all’estero. L’obiettivo dei senatori che hanno presentato la proposta al Congresso è riconoscere che “il cyberspace è di fatto il campo di battaglia del 21esimo secolo” e di conseguenza è necessario che ci sia un comando che possa rispondere direttamente alle minacce organizzando sia la difesa sia possibili offensive. A oggi, invece, la struttura deve necessariamente molto spesso appoggiarsi ad altre. Ciò a seconda del tipo di azione che intende effettuare. Soprattutto se al di fuori degli Stati Uniti. Inoltre, a oggi il capo è il direttore della National Security Agency (NSA) che ha un doppio cappello, fino a che il segretario alla Difesa e il comandante del Joint Chiefs of Staff non certificheranno al Congresso che hanno effettuato una valutazione completa delle disposizioni. Solo allora qualcosa potrà cambiare. Da qui i tempi stretti con cui Mattis ha chiesto a Work di rivedere e analizzare la questione.

La promozione del CYBERCOM non piaceva a Obama, che la definiva “ingerenza del Congresso”

L’idea di “promuovere” il Cyber Command, però, alla precedente amministrazione della Casa Bianca non piaceva. In particolare non era stata apprezzata quella che veniva definita come un’ingerenza del Congresso nei confronti della gestione del dipartimento alla Difesa. Tanto che il presidente Barack Obama ha minacciato di porre il veto alla legge. A questo proposito in una nota si sottolinea che “il segretario alla Difesa e il capo. L’allora segretario alla Difesa, Ashton Carter, aveva ipotizzato un’alternativa: collocare il cyberwarfare nella struttura di comando del Pentagono, ma alle sue parole non sono poi seguiti i fatti. Il piano di elevare la struttura, invece, è stato inserito nella legge di finanziamento del comparto Difesa.

Alla fine si è deciso per un percorso graduale. La palla ora è a Mattis e a Trump

A fronte della “promozione” o del mantenere invariata la situazione, c’era anche una terza ipotesi che circolava a Washington e che qualcuno trovava essere una soluzione che accontenterebbe tutti. Quella che infine è stata seguita: un percorso graduale verso l’obiettivo finale. Si è cominciato separando nettamente il Cyber Command dalla Nsa, in quanto molti funzionati hanno ruoli in entrambi gli organismi. Alla struttura, però, non è stata finora concessa l’autonomia. In questo modo, il passaggio non è stato visto come una vittoria del Congresso su Obama, ma la struttura ha avviato parallelamente un percorso irreversibile. E starà a Mattis e al presidente Donald Trump decidere se, quando e come portarlo avanti.

Il memorandum del segretario Mattis sulla revisione cyber e sul CYBERCOM

 

Back To Top