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Qualcuno sfrutta la notizia del maxi-archvio di email e credenziali rubate per truffare gli italiani

I criminali informatici approfittano della scoperta di Troy Hunt del maxi archivio di credenziali e password rubate per tentare di rubare soldi agli italiani con ricatti a sfondo sessuale. Peccato che i presunti video delle vittime non esistano. Gli esperti di cyber security: Attenzione, non pagate è una tariffa

Qualcuno sta approfittando del panico scatenato dalla scoperta di un maxi archivio di mail e credenziali rubate per truffare gli italiani. Nelle ultime ore c’è stata una nuova ondata di email, dirette verso indirizzi di posta elettronica nel nostro paese, in cui criminali informatici affermano di essere entrati nel computer della vittima, di aver rubato tutti i suoi contatti e video del bersaglio in cui frequenta siti porno. In cambio della cancellazione chiedono il pagamento di un riscatto in Bitcoin, altrimenti minacciano di diffondere il contenuto a tutti gli indirizzi presenti in rubrica. Per rafforzare il pressing il messaggio malevolo proviene direttamente dalla mail della vittima, come se gli hacker fossero riusciti realmente a entrare nel suo sistema e a controllarlo. Attenzione, è una bufala. Il cybercrime non dispone né di dati personal né di filmati compromettenti. Per cui non pagate, anche se il ricatto viene dalla vostra mail o contiene qualche dato personale.

La scoperta del database ha destato molto scalpore in tutto il mondo, anche tra i non addetti ai lavori. Cresce in molti la paura di farne parte. Il cybercrime sfrutta l’onda del momento, l’emotività delle vittime e la loro ignoranza sulla sicurezza informatica per fare soldi facili

La notizia del ritrovamento del database con 773 milioni di email e 21 milioni di password ha, infatti, destato molto scalpore anche in Italia e tra i non addetti ai lavori. Soprattutto perché secondo gli esperti di cyber security si tratta di uno dei più grandi archivi di informazioni sensibili mai scoperto. Senza contare che le credenziali sono attive e  che questo è stato a disposizione per delle ore prima che fosse rimosso. Di conseguenza, è molto probabile che numerosi criminali informatici lo abbiano acquisito con l’obiettivo di sfruttarlo per trarne vantaggi. La scoperta di Troy Hunt, gestore del sito HaveIBeenPwned.com, non solo ha generato il panico tra gli utenti di mezzo mondo. Ma ha anche attivato i truffatori cibernetici, che hanno rilanciato immediatamente la campagna di sextortion. Si gioca sull’emotività del momento, sulla paura che le proprie credenziali facciano parte di quelle del database e sull’ignoranza dei bersagli.

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