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Nuova campagna di sextortion in Italia: fa leva sulla pedo-pornografia

La Polizia di Stato: Nuova campagna di sextortion in Italia, che fa leva sulla pedopornografia e su presunti video compromettenti per chiedere un riscatto

Il cybercrime ha lanciato anche in Italia una nuova campagna di sextortion, che usa la pedopornografia come esca. Lo denunciano gli esperti di cyber security della Polizia di Stato, riportando il testo delle mail di spam. “….Pensi davvero che fosse una specie di scherzo o che puoi ignorarmi? – si legge nel messaggio -. Vedo cosa stai facendo, pedofilo. Smetti di fare shopping e xxxxxxxxx, il tuo tempo è quasi finito. Sì, so cosa stavi facendo sabato. Ti sto osservando…….. Se non finanzierai questo indirizzo bitcoin xxxxxxxxxxxxxxxxxx con 5.000 Euro entro xxxxxxxx prossimo, contatterò i tuoi parenti e tutti i tuoi iscritti nell’elenco e mostrerò loro le tue registrazioni di pedofilia”. Ovviamente è tutto falso, i criminali cibernetici vogliono solo gettare le vittime nel panico per indurle a pagare.

Ecco i consigli degli esperti di cyber security su cosa fare in questi casi

Ecco alcuni consigli degli esperti di cyber security della Polizia di Stato su come reagire a tentativi di questo tipo. Innanzitutto bisogna mantenere la calma. Il cybercrime non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti. Inoltre, non va pagato assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti crimini analoghi (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro. Infine, è necessario proteggere adeguatamente la nostra email (e in generale tutti i propri account virtuali).

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