I ricercatori di cybersecurity di CERT-AgID: L’email fa riferimento ad una fattura allegata, un file TGZ con all'interno un eseguibile: il malware.
Il cyber bullismo ha un nemico in più: i profili verificati

Il cyber bullismo ha un nemico in più: i profili verificati. Cade il falso mito dell’impunità per i criminali: possono essere perseguiti e condannati, anche ad anni di carcere
I responsabili di cyber bullismo hanno un nemico in più: i profili verificati sui social network, che formalizzano la loro associazione a una vittima reale. Grazie a essi, per le forze di polizia diventa più semplice identificare, indagare e perseguire i vessatori sui social network. Le vittime possono comunque denunciare i loro aggressori online pur non in presenza di profili reali. La differenza è che si potrebbero allungare i tempi per risalire alle identità dei cyber bulli. Questi, peraltro, rischiano di finire in carcere per diversi anni, sommando le diverse tipologie di reati che possono commettere online. Si va dalla semplice ingiuria (articolo 594 del Codice penale), che prevede una sanzione pecuniaria alla diffamazione (articolo 595, fino a un anno di reclusione oltre a un’ulteriore ammenda), passando per le minacce (articolo 612, fino a un anno di reclusione). Viene così a cadere uno dei falsi miti per cui chi commette questi crimini è virtualmente impunito, come hanno imparato a loro spese alcuni stalker-cyber bulli, condannati per più reati nonostante si nascondessero dietro profili fake rinnovati più volte con nomi diversi.
Il fenomeno cresce sui social network, anche in Italia, ma le cose cominciano a cambiare. Oggi denunciare si può e si deve
ll cyber bullying sui social network è sempre più frequente anche in Italia e non risparmia nessuno: donne, bambini, ragazzi e perfino anziani vengono vessati e per diverse motivazioni. Per fare un esempio, secondo i dati della piattaforma ELISA, riportati dal sito Studenti.it, nell’anno scolastico 2020-2021 il 22,3% degli alunni delle scuole superiori ne è stato vittima almeno una volta. I cyber bulli finora hanno sfruttato il fatto che nella maggior parte dei casi le vittime non denunciano le violenze subite per vergogna, paura per sé o per altri, o semplicemente perché sanno che fermare i vessatori è teoricamente difficile se non impossibile. In realtà, però, non è così. Le forze di polizia possono intervenire in maniera efficace e ci sono diverse associazioni in grado di aiutare le vittime, garantendo loro anonimato e discrezione. Inoltre, sono in aumento leggi ad hoc a livello regionale, che si aggiungono a quelle nazionali di contrasto al fenomeno. Non a caso, recentemente sono aumentate le denunce – anche pubbliche, come si legge sempre più spesso sul web e i social – da parte di chi è stato vessato.