Un allegato zip contiene un img con un exe all’interno: il malware. L’altro, un pdf che scarica uno zip con un exe: lo stesso malware. I dati sono esfiltrati vis SMTP.
Decolla in tutto il mondo il mercato della sicurezza informatica

Tutti i rapporti confermano che si è aperta la caccia gli specialisti
Decolla in tutto il mondo il mercato della sicurezza informatica. Non solo dal punto di vista aziendale, ma anche da quello delle offerte di lavoro. Una serie di rapporti recenti di ricercatori del settore rilevano che il tasso di disoccupazione attuale per i professionisti della cybersecurity è pari a 0. Inoltre, ci sono circa un milione di posizioni legate alla sicurezza informatica. Queste ancora spettano di essere riempite. Le cifre, comunque, non rappresentano una sorpresa in quanto sono simili a quelle del 2015. La sfida, infatti, è inversa rispetto a quella del mercato del lavoro tradizionale. Non si opera per ridurre i costi e per tagliare professionisti, ma per assumerli e cercare di trattenerli. Le posizioni vacanti, peraltro, sono destinate ad aumentare e si pensa che arriveranno a 1,5 milioni entro il 2019. Circa sei milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.
Ci sono troppo pochi tecnici contro la costante evoluzione delle cyber minacce
Il “gap” secondo gli esperti è legato fondamentalmente a una mancanza di istruzione e formazione di qualità. Sono ancora troppo pochi i programmi universitari e i laureati nella cybersecurity, rispetto alla costante evoluzione ed espansione delle minacce informatiche. Ciò, nonostante comincino ad aumentare grazie a nuove iniziative e programmi. Parte della colpa di questo enorme divario, difficilmente destinato a colmarsi almeno in tempi brevi – è da imputarsi anche agli stessi datori di lavoro. Finora, per risparmiare sui costi e nella fretta di ricoprire il maggior numero di posizioni vacanti sono stati assunti pochi specialisti. Questi hanno dovuto ricoprire più ruoli. La situazione ha determinato uno stress diffuso e crescente, dovuto a carichi di lavoro ingestibili, che ha portato a fenomeni di turnover molto rilevanti. E a una conseguente perdita in generale in ambito di cybersecurity.
Il cybercrime è una minaccia sfaccettata: richiede approcci di gestione e contrasto diversi
Per ovviare al problema, le aziende hanno commesso un altro errore: quello di invogliare gli specialisti a rimanere offrendo loro alti stipendi e benefici. A lungo andare, però, anche questa soluzione si è rivelata inefficace secondo i rapporti. Il turnover è ripreso quasi agli stessi ritmi di prima. A ciò si aggiungono difficoltà nel reperire professionisti specializzati in più aree. Il cybercrime, infatti, è una minaccia sfaccettata che richiede approcci di gestione e contrasto diversi. Di conseguenza, sono necessari diversi tipi di capacità. Spesso, però, i professionisti della sicurezza informatica lo sono solo in alcune di esse. Dunque, è necessario l’uso di più persone e un’accurata selezione per trovare i candidati più adatti a ricoprire i ruoli richiesti a lungo termine.
La domanda di sicurezza informatica professionale continuerà a superare l’offerta
Una soluzione alternativa è stata trovata, anche se presenta costi più elevati: e cioè assumere a tempo determinato un collaboratore per affrontare una determinata tipologia di minaccia cyber. Non sempre, però, si riesce a trovare in tempo lo specialista necessario, a causa della natura evolutiva del cybercrime, in costante mutamento. La criminalità informatica, infatti, secondo le stime di molti analisti entro il 2021 costerà al mondo 6 trilioni di dollari ogni anno. Una cifra impressionante se si pensa che nel 2015 è stata di tre miliardi. Parallelamente, ci sarà un aumento generale della spesa per contrastare le minacce, che arriverà lo stesso anno a un trilione. Inoltre, nel futuro prossimo la domanda di sicurezza informatica professionale continuerà a superare l’offerta.