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Cybersecurity, Russia e Cina lavorano insieme per stretta su internet

Patto d’acciaio tra Mosca e Pechino: opereranno congiuntamente per incorporare elementi del Great Firewall cinese nel “Red Web” della Federazione

Patto d’acciaio tra Cina e Russia nella cybersecurity. I vertici politici e operativi della Federazione, infatti, sono a lavoro con le autorità del paese asiatico: obiettivo, incorporare elementi del Great Firewall cinese, nel “Red Web”, il sistema di controllo e filtragggio internet di Mosca. Secondo quanto riporta The Guardian, la strategia prevede lo sviluppo di una stretta collaborazione con Pechino. Questa è stata decisa dopo una serie di incontri ad alto livello tra i due paesi, avvenuti quest’anno. Al primo Forum della sicurezza informatica, che si è svolto scorso aprile, alti funzionari della Repubblica popolare e omologhi della Federazione si sono riuniti a Mosca per colloqui. Tra loro, Lu Wei, il capo dell’ufficio informazioni internet cinese; Fang Binxing, il cosiddetto padre del “Great Firewall”; Igor Shchyogolev, assistente del presidente Vladimir Putin per le questioni internet ed ex ministro delle Comunicazioni.

La Russia da tempo sta studiando come tenere sotto controllo il web, considerato “pericoloso

Mosca ha deciso da tempo un giro di vite sulla rete: è entrata in vigore questo mese una nuova normativa che assegna al Cremlino il controllo del cyberspazio: punti di scambio, nomi di domini e cavi in fibra ottica transfrontaliera che compongono l’architettura di Internet. Tutto sotto il controllo del governo. Questo considera il web pericoloso per mobilitare manifestanti e diffondere idee e informazioni. Quello che i russi vogliono più dalla Cina è la tecnologia. Mosca non ha modo di gestire la grande quantità di dati richiesti; inoltre, non può contare su tecnologie occidentali a causa delle sanzioni. Tuttavia, i cinesi sono disposti a dare una mano. Nel mese di agosto è stato segnalato che Bulat, il produttore di apparecchiature di telecomunicazioni della Federazione, era in trattative con Huawei per acquistare tecnologie per lo storage dei dati e la produzione di server.

L’articolo completo su The Guardian

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