Obiettivo: rubare le credenziali del social media attraverso un messaggio e una falsa pagina login.
Coronavirus, nuova Fake News: nel mirino le attività balneari

Gli esperti di cyber security della Polizia di Stato: Nuova Fake News sul coronavirus. Un falso documento della Questura di Roma vieterebbe diverse attività balneari a scopo ricreativo fino all’11 giugno
Su web e social network è in circolazione una nuova Fake News sul coronavirus, che usa anche la Questura di Roma come esca. Lo denunciano gli esperti di cyber security della Polizia di Stato, che invitano tutti gli utenti a consultare sempre le notizie sui siti istituzionali, diffidando da messaggi o news che non siano direttamente verificabili rispetto alla fonte di provenienza. Nella presunta comunicazione si farebbe divieto, a causa di possibilità di contagi Covid 19, di svolgere diverse attività balneari a scopo ricreativo fino all’11 giugno 2020. Per avvalorare il messaggio, inoltre, viene usato il logo della Repubblica Italiana e l’intestazione “Questura di Roma-DIVISIONE POLIZIA AMMINISTRATIVA E SOCIALE”. Nei giorni scorsi erano apparse altre bufale in relazione alla riapertura delle attività, con falsi screenshot dell’agenzia ANSA, e a provvedimenti della Regione Lombardia. Tutti falsi.
Il boom di bufale, diffuse non a caso in concomitanza di eventi-chiave, è l’ennesima conferma che in Italia è in corso una InfoWar a tema covid-19. Gli obiettivi sono alimentare l’incertezza e le divisioni all’interno del nostro paese
La nuova Fake News è l’ennesima conferma che in Italia è in corso una Information Warfare (InfoWar) a tema coronavirus. Non a caso, è apparsa su web e social media pochi giorni prima che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annunciasse i provvedimenti per lo sblocco parziale delle attività in Italia a partire dal 4 maggio. Non si tratta di una casualità. Ognuno di questi messaggi ha un timing studiato. Gli obiettivi sono alimentare l’incertezza e le divisioni nel nostro paese con una strategia ben definita. Si aumenta il pressing ogni qualvolta ci si avvicina o si giunge a eventi-chiave. Peraltro, usando vettori di diffusione dove ci sono minori controlli: dagli instant messenger come WhatsApp alla posta elettronica. In entrambi i casi, infatti, i contenuti arrivano direttamente alla vittima, senza che organismi esterni possano effettuare controlli preventivi.